Gay & Bisex
Posto di blocco Parte 4
di archer81
07.08.2013 |
15.519 |
3
"Non mi fu possibile resistere oltre: puntai il mio cazzo al suo culetto ed entrai dentro di lui dapprima lentamente e successivamente, sotto il suo..."
Trascorsero diversi giorni da quel pomeriggio in cui i tre poliziotti avevano fatto irruzione in casa mia e né Rocco né i suoi colleghi si erano più visti ne fatti sentire tanto che il terrore che mi aveva attanagliato nei giorni immediatamente successivi a quanto accaduto era a poco a poco svanito ridonandomi la mia consueta serenità.A distanza di quindici giorni ero ad allenarmi in piscina come mi accadeva due volte a settimana e non pensavo più alle violenze subite quando mi accorsi che uno degli atleti che era in vasca ad allenarsi con me aveva un atteggiamento piuttosto strano.
Dal momento che mi ero buttato in vasca ad allenarmi questo individuo si era fermato e si era seduto a bordo piscina senza smettere di controllare ogni mio movimento.
Con cuffia ed occhialini non mi sembrava nessuno che potessi conoscere anche se questo sguardo fisso addosso mi dava davvero fastidio.
Decisi di smettere prima il mio allenamento, stufo di essere oggetto di questi sguardi insistenti tanto che attraversai tutta la piscina uscendo dalla parte opposta a dove era posizionato l’osservatore e dirigendomi velocemente nello spogliatoio.
Mi buttai immediatamente sotto la doccia deciso ad andarmene il più velocemente possibile.
Mentre mi insaponavo sentii una mano afferrarmi per il collo e sbattermi contro le piastrelle. Aprii terrorizzato gli occhi e mi trovai davanti Lorenzo, il poliziotto più giovane che tenendomi fermo mi sibilò all’orecchio “Muoviti, vestiti che ti aspetto fuori”.
Ero ripiombato nel mio incubo: uscì dalle docce e dopo pochissimi minuti lo vidi uscire con il borsone dallo spogliatoio.
Cercai di capire come comportarmi e soprattutto mi scervellai di trovare una via di fuga sapendo però che Lorenzo conosceva le mie generalità e dove abitavo ed avrebbe potuto rintracciarmi senza fatica.
Rassegnato al mio destino mi vestii mestamente e mi diressi nel parcheggio antistante la palestra dove ritrovai lui in tutta la sua prestanza.
“Seguimi” mi disse “e non fare scherzi”. Montai in auto e segui la sua nelle vie buie vicine alla palestra finchè non arrivammo in un parcheggio semibuio al limitare di uno dei parchi cittadini.
Attesi in auto e lo vidi scendere ed avvicinarsi alla mia facendomi segno di scendere. Mi afferrò per un braccio mettendomi in guardia circa ogni gesto inconsulto avrei anche solo lontanamente potuto immaginare di fare.
Mi fece addentrare nel parco e arrivati vicini al tronco di un enorme pino mi sentii sbattere contro di esso.
Avevo gli occhi chiusi e terrorizzato attesi che, come accaduto in precedenza con i suoi colleghi, abusasse di me.
Passarono istanti interminabili quando all’improvviso sentii le sue calde labbra accostarsi alle mie e la sua lingua entrare nella mia bocca lanciandosi in un bacio appassionato, irruento ma allo stesso tempo di una dolcezza infinita.
Ricambia il suo bacio prendendo la sua testa tra le mie mani e mordicchiandogli le labbra nelle pause tra un bacio e un altro e percorrendo con le mani la sua schiena.
Si stacco delle mie labbra e si abbasso davanti a me armeggiando con la zip dei miei jeans e riuscendo a fatica a far uscire il mio pisello che era diventato duro come il marmo.
Cominciò un pompino delizioso e magnifico arrivando con le labbra a toccare i peli depilati del mio pube.
Continuò per diversi minuti finchè non lo fermai temendo di essere prossimo all’orgasmo.
Dopo avermi baciato di nuovo, si appoggiò con le mani al tronco offrendomi il suo culetto sodo ancora stretto dentro ai pantaloni che fece scivolare alle caviglie.
Non mi fu possibile resistere oltre: puntai il mio cazzo al suo culetto ed entrai dentro di lui dapprima lentamente e successivamente, sotto il suo incitamento, con più forza e più irruenza.
Non potevo credere che stavo scopando con questo splendido ragazzo e che soprattutto mi aveva offerto quello splendido sedere dentro il quale stavo godendo da pazzi.
Nonostante il ruolo da passivo il gioco era condotto da lui che mi fermo, mi fece sdraiare sopra la sua felpa e si impalò dettando il ritmo e contemporaneamente segandosi furiosamente.
Passarono ancora diversi minuti di sesso selvaggio e appassionato quando ormai al culmine del piacere lo avvisai che ero prossimo a sborrare.
Aumentò ancor di più la cavalcata portandomi a quella che mi sembrò essere la sborrata più intensa e copiosa della mia vita e riempiendo dopo pochi istanti il mio petto con la sborra del suo splendido ed enorme cazzone.
Si accasciò su di me sfinito ed appagato baciandomi nuovamente il collo e le labbra e facendomi davvero andare in estasi.
Quello fu l’inizio di una splendida storia con un ragazzo dal cuore d’oro, dolce e passionale.
Rocco e Riccardo non incrociarono più la mia vita perché, come scoprii in seguito dai racconti di Lorenzo erano stati trasferiti a seguito di una denuncia di abuso di potere.
Nulla scalfì gli splendidi momenti che vissi con Lorenzo anche se la prima volta che presi il suo cazzo dalle dimensioni asinine nel mio culo vidi davvero le stelle e mi sentii aprire come una scatola di tonno…
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.